1a. Congregazione Generale. Relazione del Segretario Generale Card. Lorenzo Baldisseri
Relazione del Segretario Generale
Lorenzo Card. Baldisseri
Vaticano, 3 ottobre 2018
Introduzione
Beatissimo Padre,
Eminenze, Beatitudini, Eccellenze,
Fratelli e Sorelle,
con gioia ed emozione prendo la parola all’inizio della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, dedicata a «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale». A nome dei Padri sinodali e degli altri partecipanti, desidero sentitamente ringraziare Vostra Santità per aver voluto affidare al Sinodo la riflessione su un tema così importante e trasversale, che riguarda coloro che si trovano nel cuore della Chiesa e costituiscono la grande speranza per il presente e anche per il futuro dell’umanità. Infatti, come dichiara il Beato Paolo VI in occasione della chiusura del Concilio Vaticano II, la Chiesa «ha lavorato per ringiovanire il proprio volto, per meglio corrispondere al disegno del proprio Fondatore, il grande Vivente, il Cristo eternamente giovane. E al termine di questa imponente revisione di vita; essa si volge a voi: è per voi giovani, per voi soprattutto, che essa con il suo Concilio ha acceso una luce, quella che rischiara l'avvenire, il vostro avvenire»[1]. Queste parole conservano ancora tutta la loro validità come dimostra il fatto che Vostra Santità le ricordava nel suo Discorso inaugurale della Riunione presinodale tenutasi a marzo di quest’anno. Egli allora diceva: «Mi viene in mente lo splendido Messaggio ai giovani del Concilio Vaticano II. È anche oggi uno stimolo a lottare contro ogni egoismo e a costruire con coraggio un mondo migliore. È un invito a cercare nuovi cammini e a percorrerli con audacia e fiducia, tenendo fisso lo sguardo su Gesù e aprendosi allo Spirito Santo, per ringiovanire il volto stesso della Chiesa. Perché è in Gesù e nello Spirito che la Chiesa trova la forza di rinnovarsi sempre, compiendo una revisione di vita sul suo modo di essere, chiedendo perdono per le sue fragilità e inadeguatezze, non risparmiando le energie per mettersi al servizio di tutti, col solo intento di essere fedele alla missione che il Signore le ha affidato: vivere e annunciare il Vangelo»[2]. Perciò, quest’Assise sinodale, che oggi entra nella sua fase celebrativa, è una vera sfida per tutto il Popolo di Dio, Pastori e gregge, e per tutti i giovani del mondo, in vista della costruzione della sempre sognata civiltà dell’amore. E’ opportuno ricordare ciò che il Santo Padre ha affermato, sin dall’inizio del cammino sinodale «la Chiesa vuole mettersi in ascolto della voce, della sensibilità, della fede e anche dei dubbi e delle critiche dei giovani ».[3] Quindi, non solo dobbiamo prima di tutto ascoltare i giovani ma anche – e per questo siamo qui riuniti! – rispondere con cuore di pastori alle loro sfide attraverso opportune proposte e buoni consigli al Santo Padre.
Un deferente saluto desidero rivolgere ai Membri e agli altri partecipanti a questa XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, venuti da tutte le chiese particolari per affrontare questo tema di capitale importanza per il futuro della Chiesa e della società. Come voi ben sapete questa è la terza Assemblea Sinodale convocato da Papa Francesco. Infatti, la prima è stata la III Assemblea Generale Straordinaria, la seconda è stata la XIV Assemblea Generale Ordinaria, entrambe sulla famiglia.
A queste due Assemblee è seguita la pubblicazione dell’Esortazione Apostolica Postsinodale Amoris Lætitia, che si è avvalsa largamente dei risultati dei lavori sinodali, proiettandoli al tempo stesso verso ulteriori orizzonti. I documenti conclusivi delle due Assemblee sinodali hanno costituito, infatti, la base fondamentale del documento pontificio: la Relatio Synodi 2014 viene citata 52 volte, mentre la Relatio Finalis 2015 è citata 84 volte, per un totale di 136 citazioni. In tal modo, il Santo Padre ha mostrato di attribuire una particolare importanza al lavoro collegiale e sinodale, accogliendolo ed integrandolo.
L’Amoris Lætitia ha indubbiamente costituito un punto di riferimento obbligato per il rinnovamento della pastorale matrimoniale e familiare, a cui si sono apprestate molte Conferenze Episcopali, come anche molte Diocesi e parrocchie. Il fulcro di questo rinnovamento può essere ritrovato nel capitolo IV, in cui il Santo Padre, applicando l’Inno alla Carità di San Paolo alla vita matrimoniale, presenta le caratteristiche di un amore maturo, che trova in Cristo la sua più alta espressione.
Di notevole importanza è anche il capitolo VII, in cui si parla dell’educazione dei figli. Esso offre degli spunti molto interessanti, che possono gettare luce anche su diverse tematiche che ci prepariamo ad affrontare in questa XV Assemblea Generale Ordinaria, che è appunto la terza del Pontificato di Papa Francesco, dedicata al tema I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. È evidente che queste Assemblee sinodali sono collegate da un filo conduttore che è il rinnovamento della Chiesa e della società a partire dalle sue categorie più essenziali, ovvero la famiglia e i giovani.
A - La Costituzione Apostolica Episcopalis communio
Prima di entrare nel vivo dello svolgimento di questa Assemblea Generale Ordinaria è doveroso accennare ad un evento di grande portata storica per l’istituzione sinodale e per tutta la Chiesa. Mi riferisco alla Costituzione Apostolica Episcopalis communio recentemente promulgata dal Sommo Pontefice.
Sin dall’inizio di questo pontificato, la Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, per espressa volontà di Papa Francesco, ha intrapreso un lungo cammino di revisione dell’istituzione e in particolare della metodologia sinodale. Questo processo di revisione è stato coronato dalla promulgazione della suddetta Costituzione Apostolica. Ringrazio il Santo Padre per questo importante Documento del suo magistero pontificio, reso pubblico nella Conferenza Stampa del 17 settembre 2018.
Il testo della Costituzione Apostolica si articola in due grandi sezioni: una sezione dottrinale, composta di 10 paragrafi, e una sezione disciplinare, composta di 27 articoli. Quattro possono essere le chiavi di lettura di questo documento.
La prima è il riferimento al Concilio Vaticano II, “grembo” generativo del Sinodo dei Vescovi, il cui richiamo all’ultima assise ecumenica è occasione per riprendere e approfondire da parte del Papa alcuni snodi teologici cruciali del Concilio, particolarmente in campo ecclesiologico.
La seconda chiave di lettura si riferisce al tema del rinnovamento della Chiesa. Papa Francesco, guardando al Concilio Vaticano II, vuole inaugurare – come si legge nell’Esortazione Apostolica Evangelii gaudium – «una nuova tappa evangelizzatrice» (n. 1), ponendo la Chiesa «in tutte le regioni della terra in uno “stato permanente di missione”» (n. 25).
La terza chiave di lettura del documento consiste nel considerare il Sinodo come un organismo entro la cornice di una Chiesa costitutivamente sinodale, come proposto nel Discorso del Santo Padre per il 50° del Sinodo dei Vescovi.
La quarta ed ultima chiave di lettura è data dalla dimensione ecumenica (cf. n.10), che prende spunto dal sopra citato Discorso del Santo Padre, nel quale si ribadiva che «l’impegno a edificare una Chiesa sinodale […] è gravido di implicazioni ecumeniche”.
La sezione disciplinare, si articola in cinque titoli, per un totale di 27 articoli. La struttura di questa sezione pone in evidenza una novità fondamentale della Costituzione, quella che prevede la fase preparatoria e quella attuativa incorporate stabilmente nel cammino sinodale, trasformando il Sinodo da “evento puntuale” a “processo che si snoda nel tempo”.
In questo processo, la fase preparatoria effettivamente acquista un suo ruolo particolare. Le attività, le iniziative possono essere molteplici e variegate. La Costituzione prevede, tra l’altro, la possibilità di convocare una Riunione presinodale (art. 8), sul modello di quella celebrata nello scorso mese di marzo, come strumento di ampliamento dell’ascolto diretto del Popolo di Dio.
La fase attuativa è pure importante. Le conclusioni sinodali, recepite dal Papa, il quale ne potrà tener in conto per l’Esortazione postsinodale, restano un riferimento necessario. Il Dicastero della Curia Romana competente sul tema lavorerà in sintonia con il Sinodo per l’attuazione.
La fase celebrativa resta indubbiamente il momento centrale e fondamentale del cammino sinodale. Da rilevare che la Costituzione Apostolica prevede la possibilità di celebrare, a giudizio del Romano Pontefice, le Assemblee del Sinodo in più periodi tra loro distinti.
Alla Costituzione Apostolica seguono due altri documenti: l’«Istruzione sulla celebrazione delle Assemblee Sinodali e sull’attività della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi» e un Regolamento specifico circa lo svolgimento dei lavori sinodali. L’Istruzione è entrata in vigore 1° ottobre 2018, data della pubblicazione. Il Regolamento, stilato per questa Assemblea Generale Ordinaria nelle sue diverse versioni linguistiche, è a disposizione dei Padri sinodali e degli altri partecipanti a questo Sinodo. Esso sostituisce il Vademecum.
B - La XV Assemblea Generale Ordinaria
1) I partecipanti dell’Assemblea sinodale
Secondo la prassi sinodale, confermata e aggiornata dalla Costituzione Apostolica Episcopalis communio, partecipano all’Assemblea Generale Ordinaria i Capi delle Chiese Orientali Cattoliche sui iuris, i Vescovi eletti dai Sinodi dei Vescovi e dai Consigli dei Gerarchi delle Chiese Orientali Cattoliche, i Vescovi eletti dalle Conferenze Episcopali, dieci Religiosi eletti dall’Unione dei Superiori Generali e i Capi dei Dicasteri della Curia Romana.[4] A costoro si aggiungono alcuni Membri nominati dal Santo Padre.[5]
Così, complessivamente, prendono parte a quest’Assemblea 267 Padri sinodali: 32 ex officio (15 Patriarchi, Arcivescovi Maggiori e Metropoliti delle Chiese metropolitane sui iuris delle Chiese Orientali Cattoliche; 16 Capi dei Dicasteri della Curia Romana; il Segretario Generale e il Sotto-Segretario del Sinodo dei Vescovi, 15 Membri del XIV Consiglio Ordinario), 182 eletti dalle Conferenze Episcopali [166], dalle Chiese Orientali [6] e dall’Unione dei Superiori Generali [10]) e 41 Membri ex nominatione pontificia.
Tra i Membri si contano 51 Cardinali (tra cui due Patriarchi e 3 Arcivescovi Maggiori), 6 Patriarchi, 1 Arcivescovo Maggiore, 45 Arcivescovi, 102 Vescovi residenziali, 37 Ausiliari, 6 Vicari Apostolici e 1 Vescovo Prelato), 10 Religiosi in rappresentanza dell’Unione dei Superiori Generali e 10 Membri non insigniti dell’ordine episcopale tra diocesani e religiosi.
La nostra è un’Assemblea ampia e composita, un affresco mirabile della cattolicità della Chiesa, in cui si riflettono le sensibilità e risuonano le voci dei diversi continenti e ambiti culturali. Infatti, quest’Assise sinodale è una peculiare manifestazione dell’unità della Chiesa cattolica che agisce cum Petro e sub Petro, il discepolo prescelto dal Maestro per “confermare” i fratelli nell’unica fede (cfr. Lc 22, 32).
Colgo l’occasione per salutare pure cordialmente gli otto Delegati Fraterni, rappresentanti di altre Chiese e Comunità ecclesiali, e un invitato speciale, la cui presenza ravviva in noi la volontà di lavorare insieme per conseguire la piena unità visibile della Chiesa di Cristo, nella consapevolezza che anche sul tema tanto rilevante dei giovani tutti i cristiani sono chiamati a trovare e a percorrere una strada comune, perché la loro testimonianza concorde risulti credibile agli occhi del mondo.
Un grazie, inoltre, ai 23 Esperti, designati in virtù delle loro competenze per contribuire ai lavori sinodali in qualità di collaboratori dei Segretari Speciali, e ai 49 Uditori e Uditrici, provenienti anch’essi da ogni parte del mondo. Fra costoro figurano non solo specialisti ed operatori della pastorale giovanile, ma soprattutto emerge la presenza di 34 giovani di diverse culture e aree geografiche che portano la voce delle istituzioni delle chiese locali.
Infine, uno speciale ringraziamento agli Assistenti, ai Traduttori, al Personale tecnico, nonché ai Consultori, agli Officiali e ai Collaboratori della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, che – anche grazie al coordinamento competente del Sotto-Segretario, Sua Eccellenza Monsignor Fabio Fabene – hanno lavorato con solerzia nella preparazione dell’Assemblea e saranno ancora chiamati, per tutta la sua durata, a prestare un’opera costante e generosa.
2) La preparazione della Assemblea sinodale
La presente Assemblea sinodale si colloca al termine di un lungo cammino, iniziato con la decisione del Santo Padre, il 6 ottobre 2016, di convocare la XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema: I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. Lo scopo di tale Assemblea sinodale è stato ben esplicitato dallo stesso Sommo Pontefice con seguenti parole: “accompagnare i giovani nel loro cammino esistenziale verso la maturità affinché, attraverso un processo di discernimento, possano scoprire il loro progetto di vita e realizzarlo con gioia, aprendosi all'incontro con Dio e con gli uomini e partecipando attivamente all'edificazione della Chiesa e della società”.
A partire da tale convocazione la Segreteria Generale insieme con il XIV Consiglio Ordinario e un gruppo di esperti ha cominciato l’iter della preparazione con la l’elaborazione del Documento Preparatorio, testo che è stato discusso e approvato durante la seconda Riunione del Consiglio Ordinario nei giorni 21-22 novembre 2016. Questo Documento è stato pubblicato il 13 gennaio 2017 insieme ad una Lettera per i giovani di Papa Francesco, con la quale invitava tutti i giovani a non avere paura e ad “ascoltare lo Spirito che […] suggerisce scelte audaci”, a non indugiare “quando la coscienza […] chiede di rischiare per seguire il Maestro”, perché la Chiesa desidera mettersi in ascolto della voce, della loro sensibilità, della loro fede; perfino dei loro dubbi e delle loro critiche. Ed esortava loro: «Fate sentire il vostro grido, lasciatelo risuonare nelle comunità e fatelo giungere ai pastori».
Ed eccoci qua, venuti dai 5 continenti, per ascoltare la voce dei giovani e rispondere ad essi con un cuore di Pastori! Il primo ascolto della voce dei giovani è avvenuto attraverso la consultazione avviata ad ampio raggio per mezzo del Questionario contenuto nel Documento Preparatorio, inviato alle Conferenze episcopali, alle Chiese Orientali e ad altri aventi diritto. A questo primo ascolto si sono aggiunti altri tre momenti importanti organizzati dalla Segreteria Generale: un Questionario online, il Seminario internazionale sulla condizione dei giovani, la Riunione presinodale con la partecipazione di giovani da tutto il mondo.
a) Il Questionario online
Si tratta di uno spazio importante di ascolto dei giovani attraverso il sito internet www.synod2018.va, che è stato aperto il 14 giugno 2017, allo scopo di coinvolgere i giovani di tutto il mondo nel cammino sinodale e di mostrare loro che sono in qualche modo protagonisti. Nel sito è stato inserito un Questionario online “ad hoc”, diverso da quello del Documento Preparatorio, con domande più adatte alla loro situazione esistenziale, alle loro difficoltà e ai loro desideri. Esso è stato accolto dai giovani in maniera favorevole. Molti hanno valutato l’iniziativa «interessante», «utile», «bellissima», «geniale», «una meravigliosa opportunità» (sono le parole che essi stessi hanno utilizzato…).
Per interagire ancor più con loro sono stati aperti tre profili Facebook, Twitter, Instagram sotto il nome Synod2018, così da poter entrare direttamente nel mondo giovanile. Questa iniziativa informatica è stata un’esperienza vincente che permette di poterla utilizzare con modalità differenti, - conservata la confidenzialità - anche nei prossimi lavori sinodali.
Il sito web, di cui ho parlato sopra, rimane tuttora aperto, mentre il Questionario online è stato chiuso alla fine del mese di dicembre 2017. In sei mesi ha avuto circa 221.000 contatti. Complessivamente sono stati 100.500 i giovani che hanno risposto a tutte le domande proposte: 58.000 ragazze e 42.500 ragazzi. Quasi 51.000 partecipanti, che corrispondono al 50,6% dei Questionari completati, risultano essere ragazzi compresi fra i 16 e i 19 anni, a dimostrazione che proprio i più giovani si sono rivelati maggiormente sensibili all’iniziativa. Comunque, è da rilevare come dato altamente significativo, che il Paese da cui è giunto il maggior numero di risposte al Questionario è l’Uganda, con più di 16.000 risposte complete.
b) Seminario internazionale sulla condizione giovanile
Nel settembre 2017 si è tenuto un Seminario Internazionale sulla condizione giovanile, a cui hanno partecipato circa 50 esperti e una ventina di giovani provenienti da tutti i Continenti. Il Seminario non solo ha avuto una dimensione internazionale, con apporti che hanno rispecchiato la situazione giovanile in diverse aree geografiche, ma ha anche assunto un carattere multidisciplinare, in quanto sono stati coinvolti nella riflessione settori disciplinari differenti, che raramente hanno l’opportunità di entrare in contatto. La partecipazione dei giovani è stata particolarmente feconda. Essi hanno contribuito ai lavori del Seminario con creatività e originalità.
L’importanza di mettersi in ascolto dei giovani è stata ben rimarcata da Papa Francesco nell’omelia della Veglia di preghiera in preparazione alla Giornata Mondiale della Gioventù di quest’anno, celebrata nella Basilica di Santa Maria Maggiore: «Un Sinodo dal quale nessun giovane deve sentirsi escluso! […] Il Sinodo è il Sinodo per e di tutti i giovani! I giovani sono i protagonisti. […] Ogni giovane ha qualcosa da dire agli altri, ha qualcosa da dire agli adulti, ha qualcosa da dire ai preti, alle suore, ai vescovi e al Papa! Tutti abbiamo bisogno di ascoltare voi».
I temi sviluppati durante il Seminario hanno riguardato i giovani e l’identità, i giovani e la progettualità, i giovani e l’alterità, i giovani e la tecnologia, i giovani e la trascendenza. Gli Atti di questo Seminario sono stati pubblicati a cura della Segreteria Generale e si trovano a disposizione di tutti i Padri sinodali e degli altri partecipanti a questa Assemblea Sinodale.
c) La Riunione pre-sinodale
Dal 19 al 24 marzo scorso si è tenuta a Roma una Riunione pre-sinodale cui hanno preso parte oltre 300 ragazzi e ragazze, accompagnati da esperti, educatori e formatori. Circa la metà dei giovani partecipanti sono stati scelti dai Sinodi delle Chiese Cattoliche Orientali e dalle Conferenze Episcopali. Un’altra parte era costituita da ragazzi e ragazze provenienti dai Seminari e dalle Case di formazione alla vita religiosa; da membri di Associazioni, Movimenti e nuove Comunità ecclesiali; da rappresentanti delle Scuole e delle Università cattoliche. Inoltre, sono stati invitati giovani provenienti dal mondo dell’arte (musica, danza, letteratura, teatro) e delle professioni (giornalismo, ricerca, informatica), della politica, dell’economia, del servizio militare, dello sport, del volontariato, della disabilità, della tratta di persone, ecc. Hanno partecipato infine alcuni giovani rappresentanti di altre Confessioni cristiane, di altre Religioni e non credenti.
Oltre ai giovani presenti fisicamente qui a Roma, hanno potuto partecipare a distanza alla Riunione ben 15.000 giovani collegati attraverso sei pagine Facebook, una per ciascuna delle principali lingue. Costoro hanno potuto far pervenire in tempo reale le loro opinioni sugli stessi temi che venivano discussi dai loro coetanei presenti a Roma.
Dal della Riunione è scaturito come frutto un testo molto ricco, che è stato approvato dai giovani partecipanti sabato 24 marzo e in seguito consegnato al Santo Padre l’indomani, in occasione della Celebrazione Eucaristica della Domenica delle Palme, in cui si celebrava la XXXIII Giornata Mondiale della Gioventù.
I giovani, parlando in prima persona, si definiscono nel testo “the young Church”, la Chiesa giovane. Infatti, esiste a loro dire, una Chiesa dei giovani, che non sta “di fronte” o “in opposizione” a una Chiesa degli adulti, ma “dentro” l’unica Chiesa come il lievito nella pasta. Il documento è di grande aiuto per comprendere che i giovani sono parte vitale della Chiesa e non come semplici interlocutori di un’istituzione a loro esterna.
In definitiva, i giovani reclamano una Chiesa “estroversa”, impegnata nel dialogo con la modernità che avanza, in particolare con il mondo delle nuove tecnologie, di cui occorre riconoscere le potenzialità e orientare il corretto utilizzo. Essi vogliono essere protagonisti del rinnovamento ecclesiale in atto: insieme ai pastori e agli adulti desiderano contribuire a edificare una Chiesa più evangelica, più coraggiosa, più partecipativa e più missionaria. L Relazione finale della Riunione presinodale costituisce una viva espressione della voce dei giovani che rappresenta una delle fonti più importante della consultazione.
d) L’Instrumentum laboris
Questo documento è stato preparato dalla Segreteria Generale con il suo Consiglio Ordinario e con la collaborazione di Esperti qualificati sul tema sinodale. Esso è stato reso pubblico nella Conferenza Stampa del 19 giugno scorso.
Il Documento di lavoro o Instrumenum laboris raccoglie e sintetizza tutto il materiale pervenuto dalla consultazione condotta dalla Segreteria Generale. A tale scopo, la Segreteria Generale si è avvalsa dalla collaborazione di un gruppo di esperti per la lettura e la sintesi del materiale risultante dalla consultazione, che è pervenuto in sei lingue: inglese, francese, spagnolo, italiano, portoghese e tedesco.
Cinque sono state le fonti adoperate per l’elaborazione dell’Instrumentum laboris. La prima e fondamentale è costituita dalle risposte al Questionario finale del Documento Preparatorio. Complessivamente sono arrivate le risposte di 6 Sinodi dei Vescovi delle Chiese Orientali (40 %) e di 78 Conferenze Episcopali (68,4 %). Questo numero, che non si discosta dalla media delle consultazioni effettuate per i Sinodi passati, corrisponde all’incirca ai due terzi degli Organismi interpellati. A queste risposte si aggiungono, poi, quelle pervenute da 6 Dicasteri della Curia Romana, dall’Unione dei Superiori Generali e anche da 2 Riunioni Internazionali di Conferenze Episcopali.
La seconda, la terza e la quarta fonte sono rappresentate, rispettivamente: dai risultati del Questionario online proposto ai giovani; dalle conclusioni del Seminario internazionali sulla condizione; e dalla Riunione pre-sinodale. A queste fonti occorre inoltre aggiungere una quinta fonte rappresentata dai contributi liberi sul Documento preparatorio da parte di singoli e di organismi ecclesiali.
A partire da queste fonti, la Segreteria Generale con l’aiuto di qualificati Esperti ha preparato un testo che è stato discusso, modificato e approvato durante la quarta Riunione del Consiglio Ordinario, tenutasi dal 7 al 8 maggio del corrente anno.
Il testo, abbastanza ampio e articolato – mi preme sottolinearlo – è stato elaborato seguendo il “metodo del discernimento”, quel processo che Papa Francesco, in Evangelii Gaudium 51, presenta con tre verbi: riconoscere, interpretare, scegliere.
L’Em.mo Relatore Generale ne parlerà ampiamente nella sua Relazione.
3 - La metodologia sinodale
Questa mattina, con la solenne Celebrazione eucaristica presieduta dal Santo Padre nella Piazza San Pietro, ha avuto inizio la seconda tappa dell’itinerario sinodale: la XV Assemblea Ordinaria del Sinodo dei vescovi. Nei 25 giorni dei lavori che si aprono oggi davanti a noi, l’Instrumentum laboris costituisce non solo il punto di partenza della riflessione e del dibattito, ma il testo base per l’elaborazione del Documento finale, il quale al termine dei lavori accoglierà i risultati raggiunti da quest’Assise sinodale.
Quello che ci accingiamo a vivere diviene il momento culminante di un lungo cammino, che terrà conto del prezioso patrimonio di idee e riflessioni fin qui emerse in vista di un approfondimento, per raggiungere gli obiettivi di questa Assemblea sinodale, tra i quali quello di rendere più consapevole tutta la Chiesa del suo compito di accompagnare ogni giovane verso la gioia dell’amore, che Gesù offre alle future generazioni; quello di ampliare il concetto tradizionale di vocazione, per favorire la formulazione comprensiva, impiegata dal Documento Preparatorio, «pastorale giovanile vocazionale»; quello infine del rinnovato dinamismo giovanile della Chiesa, che il Sinodo intende propiziare in collegamento con quell’«improrogabile rinnovamento ecclesiale» di cui Papa Francesco parla programmaticamente nell’Evangelii gaudium (n. 27).
Alla luce di quanto detto, desidero ora brevemente spiegare le modalità in cui si svolgeranno i lavori, rimandando per ulteriori particolari al Regolamento consegnato a tutti i Padri sinodali e agli altri partecipanti all’Assemblea, che include anche il calendario dei lavori. Redatto dalla Segreteria Generale sulla base dell’Istruzione, tale Regolamento contiene informazioni complete e dettagliate sulla procedura delle attività assembleari ed è per questo uno strumento indispensabile per seguire i lavori.
Durante la prima Congregazione Generale l’Istrumentum laboris sarà presentato, nelle sue linee generali insieme alla testimonianza di un giovane uditore. Dopo questa presentazione inizieranno gli interventi in Aula dei Padri sinodali sulla prima parte del suddetto Documento, secondo l’ordine della presentazione delle richieste pervenute attraverso il modulo della petitio loquendi a suo tempo inviato. Ciascun Padre sinodale ha la facoltà di parlare una sola volta nel corso dell’Assemblea, scegliendo la parte e il numero del paragrafo dell’Instrumentum laboris che preferisce. Inoltre, come già in passato, alcune Congregazioni Generali prevedono dei momenti, della durata di un’ora ciascuno, dedicati agli interventi liberi dei Padri. Essendo elevato il numero di quanti hanno diritto di parola (267 tra Padri, 49 Uditori e 8 Delegati Fraterni) e avendo dato maggiore spazio ai Circuli minores (12 sessioni), a ciascuno sarà consentito intervenire in Aula per un tempo massimo di quattro minuti, mentre nei Circuli avrà la possibilità di farlo ampiamente.
I lavori sinodali si svolgeranno in tre unità di lavoro, rispettando le tre parti dell’Istrumentum Laboris, testo base. Ci sarà ovviamente flessibilità nei tempi e nei modi di procedere in ragione dell’interesse e delle richieste di interventi dei padri sinodali.
Conclusi gli interventi – distribuiti nelle tre unità di lavoro, di cui ho parlato - si passerà ogni volta ai Circoli minori divisi per lingue, dove si procederà all’elaborazione dei modi collettivi sul testo base (Instrumentum laboris), che poi saranno consegnati alla Segreteria Generale nel giorno e ora stabilito nel calendario. Successivamente, in una Congregazione generale appositamente prevista, ogni Circolo minore attraverso il suo Relatore presenterà in Aula una sintesi dei propri lavori.
Gli interventi dei Padri sinodali, i modi collettivi dei Circoli minori e le Relazioni dei Circoli, verranno raccolti e sintetizzati in un testo, che costituirà uno sviluppo integrativo dell’Instrumentum laboris. In ciascuna “unità di lavoro” – che corrisponde a ognuna delle tre parti dell’Instrumentum laboris – l’esame dei modi avverrà sotto il coordinamento del Relatore Generale, che si avvarrà della collaborazione dei due Segretari Speciali e di alcuni Esperti.
Come è avvenuto nelle ultime Assemblee Generali sulla famiglia, sarà istituita una Commissione per l’elaborazione del Documento finale. Essa sarà composta dal Relatore Generale (che la presiede), dal Segretario Generale, dai Segretari Speciali e da otto Padri sinodali (cinque di essi eletti dall’Assemblea in rappresentanza di ogni Continente, e tre nominati dal Santo Padre). Anche alla luce dell’esperienza maturata nel passato recente, tale Commissione avrà il compito di coordinare e sovrintendere all’elaborazione dei testi sinodali, nelle loro varie fasi di avanzamento fino al Documento finale del Sinodo. Infatti, al termine di ogni “unità di lavoro”, ultimata la recezione dei modi presentati dai Circuli minores, da parte del Relatore Generale e dei Segretari Speciale, tale Commissione si riunirà per procedere alla revisione del testo della relativa sezione del Documento finale.
Conclusa la terza “unità di lavoro”, la Commissione si riunirà ancora per elaborare il progetto del Documento finale, frutto del lavoro collegiale che, partendo dall’Instrumentum laboris, si è giovato dell’apporto costruttivo degli interventi in Aula dei Padri sinodali, dei modi collettivi elaborati dai Circuli minores, delle audizioni degli Uditori e dei Delegati Fraterni.
Nella mattina di mercoledì 24 ottobre tale Progetto sarà presentato in Aula e consegnato ai Padri sinodali per la loro valutazione. Nella Congregazione Generale del pomeriggio sarà possibile ai Padri intervenire ulteriormente sul progetto, sia in forma orale sia presentando per iscritto i loro testi alla Segreteria Generale. Tenendo presente che il progetto della Documento finale risulterà dalla composizione di tre testi che hanno già recepito i modi collettivi dei Circuli minores – le cui relazioni sono state lette in Aula e pubblicate –, ulteriori interventi dovranno essere avanzati nel rispetto del lavoro collegiale sin qui condotto.
Successivamente, la suddetta Commissione sovrintenderà all’elaborazione del testo definitivo della Documento finale, che nel mattino di sabato 27 ottobre sarà presentato in Aula e nel pomeriggio sottoposto al suffragio dell’Assemblea sinodale. Conformemente alla natura del Sinodo, tale Documento, frutto dei lavori sinodali, sarà infine consegnata al Sommo Pontefice, al quale compete ogni decisione in merito.[6]
Desidero ancora segnalare che, trattandosi di un’Assemblea Generale Ordinaria, l’Istruzione prevede che nel corso dei lavori si proceda all’elezione del nuovo Consiglio Ordinario della Segreteria Generale del Sinodo, il XV, che resterà in carica fino alla prossima Assemblea Generale Ordinaria. L’elezione avverrà nella Congregazione pomeridiana di martedì 26 ottobre secondo le normative e le modalità che saranno indicate alla bisogna.
Papa Francesco ci ha ricordato più volte che «il Sinodo non è un parlamento», ma «è uno spazio protetto affinché lo Spirito Santo possa operare». Ciò che avviene è «un confronto tra i Vescovi […] dopo un lungo periodo di preparazione», che poi prosegue «in un altro lavoro, per il bene delle famiglie, della Chiesa e della società. È un processo, è il normale cammino sinodale»[7]. Queste parole ci offrono indicazioni preziose anche per ciò che concerne l’informazione sulle attività del Sinodo.
Perciò, il servizio di diffusione mediatica delle notizie relative ai lavori assembleari, sarà curato dal Dicastero per la Comunicazione, presieduto dal suo Prefetto, Dott. Paolo Ruffini, che a sua volta sarà il Presidente della la Commissione sinodale per l’informazione. Inoltre, tale Commissione sarà composta dal suo Segretario, Rev. P. Antonio Spadaro, dal Segretario Generale e dal Sotto-Segretario del Sinodo dei Vescovi, dal Direttore della Sala Stampa, e da cinque Membri eletti tra i Padri sinodali.
La principale fonte di informazione sarà rappresentata dai Briefing quotidiani coordinati dal Prefetto del Dicastero per la Comunicazione: a questi appuntamenti prenderanno parte i Padri sinodali e altri partecipanti del Sinodo indicati di volta in volta dalla Commissione per l’informazione. Inoltre, attraverso le reti sociali (Twitter, Facebook e Instagram) di Vatican News e della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, saranno diffuse e condivise informazioni sull’andamento dei lavori sinodali. Si suggerisce anche di adoperare il hashtag #Synod2018 per tutte le lingue in modo di poter avere un panorama globale delle notizie sul Sinodo.
I Padri sinodali saranno liberi di concedere interviste fuori dell’Aula sinodale così come in genere comunicare con i media a loro discrezione e responsabilità, a ovviamente a titolo personale, mantenendo la necessaria riservatezza sui dibattiti in Aula e nei Circuli minores. Per garantire la confidenzialità necessaria allo svolgimento del Sinodo, durante i lavori, sia in Aula che nei Circoli, i partecipanti non devono interagire con l’esterno tramite le reti sociali. Saranno pubblicate di volta in volta le relazioni presentate dai Circuli, mentre le varie fasi di elaborazione del documento finale rimarranno riservate, considerando che il testo è suscettibile di continui sviluppi fino alla redazione conclusiva.
Conclusione
Non mi resta che augurare a tutti un proficuo lavoro sinodale al servizio della Chiesa e dei giovani, invocando la protezione della Vergine Maria, giovane donna coraggiosa sin dal suo primo “sì” nell’annunciazione fino ai piedi della croce, Madre del Discepolo amato che oggi attende ancora di essere accolta come Madre della misericordia da parte di tanti giovani nel mondo.
[1] Paolo VI, Messaggio ai giovani, 8 dicembre 1965.
[2] Francesco, Discorso in occasione dell’apertura dell’Incontro presinodale, 19 marzo 2018.
[3] Francesco, Catechesi in occasione dell’Udienza generale, 4 ottobre 2017.
[4] Cfr. Francesco, Costituzione Apostolica Episcopalis communio, Art. 2; Istruzione Art 2.
[5] Cfr. Istruzione Art 6.
[6] Cfr. Francesco, Costituzione Apostolica Episcopalis communio, Art. 18; Istruzione Art. 1 § 4° e 5°, Art. 35 § 5.
[7] Francesco, Udienza Generale, 10 dicembre 2014.