XV ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI (3-28 ottobre)

I giovani, la fede e il discernimento vocazionale

Conferenza del Cardinale Baldisseri al incontro con l'editoria religiosa "Il Sinodo in cammino"

Pordenone, 21 ottobre 2017

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Conferenza del Cardinale Lorenzo Baldisseri 

alla rassegna Ascoltare leggere crescere

 

Incontri con l’editoria religiosa sul tema:  “Il Sinodo in cammino”

 

Pordenone, 21 ottobre 2017

 

Sono lieto di essere qui insieme a voi per questa conferenza, che si tiene all’interno dell’undicesima edizione della rassegna Ascoltare, Leggere, Crescere. Incontri con l’editoria religiosa.

Ringrazio il dottor Sandrin per avere voluto gentilmente rivolgermi l’invito a condividere con voi alcune riflessioni sul Sinodo dei Vescovi in qualità di Segretario Generale di questa istituzione. So che questo momento si inserisce in un pomeriggio di studio e di approfondimento, che è iniziato con uno sguardo al percorso della Pastorale Giovanile nel Nord-Est dell’Italia, in particolare sulla specificità della realtà del Triveneto. Ora si vogliono allargare gli orizzonti per aprirsi alle prospettive della Chiesa universale e, più in generale, della società in cui ci troviamo. 

Saluto cordialmente tutti voi che siete presenti in questo teatro, sia coloro che sono impegnati direttamente in attività di pastorale giovanile e sono direttamente – probabilmente anche quotidianamente –  a contatto con i nostri ragazzi e le nostre ragazze, sia coloro che sono semplicemente interessati all’argomento.

Nel mio intervento darò innanzitutto alcune informazioni sul Sinodo dei Vescovi in relazione allo spirito di sinodalità che dovrebbe permeare tutta la vita della Chiesa. Focalizzerò poi la mia attenzione sul Sinodo che è in corso di svolgimento, che ha come tema : I giovani, la fede ed il discernimento vocazionale. Mi farò infine quasi portavoce dei giovani, comunicandovi alcune loro esperienze ed alcune loro riflessioni che sono pervenute alla Segreteria Generale. Le trovo di grande profondità ed interesse. Ci aiuteranno a comprendere meglio ciò che i giovani vivono, sentono, desiderano.

 

1) Sinodo dei Vescovi e sinodalità

 

            Fu il Beato Paolo VI che , dando ascolto alla voce dei Padri riuniti nel Concilio Vaticano II, diede attuazione ai loro ‘desiderata’ istituendo il Sinodo dei Vescovi nel 1965 con il Motu Proprio Apostolica sollicitudo. Nell’Allocuzione che tenne al termine della prima Assemblea sinodale nel 1969 espresse sinteticamente la finalità di questa istituzione, affermando che essa è rivolta a far sì che vi sia una sempre maggiore comunione e una più organica collaborazione fra il Papa e l’Episcopato (cfr. Paolo VI, Allocuzione Synodum Hanc Extraordinariam, 24 ottobre 1969). Comunione e collaborazione. Viene così tratteggiata un’esperienza fondamentale che, esprimendo la natura della Chiesa ed indicando la modalità di esercizio della sua missione, dovrebbe caratterizzare non solo il rapporto tra Papa e Vescovi, ma più ampiamente la svariata gamma di relazioni che si vivono all’interno dell’unico Popolo di Dio.

            Una volta che il Papa, dopo aver ascoltato le Conferenze Episcopali e il Consiglio del Sinodo, ha deciso e comunicato il tema del Sinodo, il lavoro si divide in tre momenti o fasi. La prima fase è quella della preparazione, la quale include anche la consultazione del Popolo di Dio, che avviene primariamente per mezzo delle Conferenze Episcopali e di altri organismi aventi diritto. La seconda fase è quella della celebrazione, che si realizza durante l’Assemblea dei Padri sinodali riuniti a Roma. Le decisioni che essi prendono vengono consegnate al Santo Padre, il quale può eventualmente utilizzarle per la stesura di uno documento post-sinodale, generalmente un’Esortazione Apostolica. La terza fase, quella che conclude e corona la riflessione e l’approfondimento del tema, è la fase dell’attuazione ‘sul campo’ delle indicazioni emerse durante l’Assemblea sinodale e dal documento papale.

            Come tutti sappiamo , ‘Sinodo’, secondo l’etimologia della parola greca da cui deriva il termine italiano, significa ‘camminare insieme’, ‘percorrere insieme la stessa strada’. Il Santo Padre Francesco ha messo in evidenza più volte che questo aspetto caratterizza in maniera inequivocabile la realtà della Chiesa. Già nell’intervista data nei primi mesi del suo pontificato al Padre Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica, si esprimeva così: “Si deve camminare insieme: la gente, i Vescovi e il Papa”. Si tratta quindi di camminare e di camminare insieme. Nella Chiesa, siamo tutti in cammino alla sequela di Cristo verso la piena realizzazione del Regno. E siamo chiamati a farlo insieme, ovvero a vivere in uno spirito sinodale. La sinodalità, allora, non riguarda solo i Vescovi nella relazione con il Papa, ma riguarda tutti i Battezzati. Affinché sia effettivamente realizzata nelle sue molteplici potenzialità, essa richiede, quindi, innanzitutto il più ampio coinvolgimento possibile di tutte le componenti e di tutti i membri della Chiesa. Ovviamente, questo coinvolgimento avviene a vari livelli e in forme diversificate secondo il ruolo, le competenze e le facoltà proprie di ciascuno. Come ha affermato Papa Francesco nel Discorso per il 50° anniversario della sua istituzione, il Sinodo dei Vescovi è “il punto di convergenza” e, potremmo dire, la massima espressione di un dinamismo “condotto a tutti i livelli della vita della Chiesa”.

            Da questa visione del Sinodo deriva l’importanza di una dinamica sinodale che favorisca l’ascolto, al quale va riservato uno spazio adeguato. Ascolto reciproco dei Vescovi tra di loro, ma anche ascolto del Popolo di Dio. Per questo è necessario permettere ai fedeli di esprimere il proprio punto di vista, in maniera che la loro voce possa giungere ai Pastori. Ed occorre anche che si parli con parresía, con franchezza, dicendo apertamente ciò che pensa. È fondamentale, ovviamente, che lo si faccia con spirito di umiltà, non nella ricerca dell’affermazione personale o delle proprie idee, ma nel tentativo di collaborare a costruire il bene per tutti. Papa Benedetto, quando era ancora Cardinale, ha espresso questa finalità con le seguenti parole: “il Sinodo deve dare forza alle energie buone interne ed esterne alla Chiesa e favorire quelle attività che promuovono la verità e la carità e così sorreggono la speranza” (Card. Ratzinger, Discorso tenuto il 30 Aprile 1983 al Consiglio Ordinario della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi).

2) Il Sinodo attuale: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”

            Il 6 ottobre dell’anno scorso, un comunicato della Sala Stampa vaticana ha annunciato che il Santo Padre Francesco, dopo aver consultato le Conferenze Episcopali, le Chiese Orientali Cattoliche sui iuris e l’Unione dei Superiori Generali, nonché aver ascoltato i suggerimenti dei Padri della scorsa Assemblea sinodale e il parere del XIV Consiglio Ordinario, stabiliva che nell’ottobre del 2018 si terrà la XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.

            A seguito di questo annuncio, è partita la macchina organizzativa. La Segreteria Generale del Sinodo ha immediatamente attivato dei canali di  collaborazione con gli Organismi della Curia Romana maggiormente interessati al tema. Sono quindi stati coinvolti nel processo sinodale:

* Il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita;

* La Congregazione per il Clero;

* La Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica; * La Congregazione per l’Educazione Cattolica (degli Istituti di Studi);

* la sezione ‘Migranti’ del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale; * Il Pontificio Consiglio della Cultura;

* La  Congregazione delle Cause dei Santi.

Questo ampio ventaglio di collaborazioni indica di per sé che il tema che si sta trattando è di una grande ampiezza e di un particolare interesse per la vita della Chiesa, come anche per l’andamento di tutta la società.

 

Il primo passo del cammino intrapreso è stata la redazione del Documento Preparatorio, alla quale ha collaborato un nutrito gruppo di esperti. Dopo l’approvazione del Consiglio Ordinario della Segreteria del Sinodo (presieduto dal Santo Padre), il Documento è stato reso pubblico il 13 gennaio di quest’anno. Il suo scopo è duplice:

1) dare alcune indicazioni generali sul tema in questione per favorirne l’approfondimento in vista dell’Assemblea Generale del prossimo ottobre;

2) favorire una consultazione ad ampio spettro, capace di coinvolgere anche coloro che non sono qualificati da alcuna appartenenza ecclesiale

Nel primo capitolo si evidenziano «sommariamente alcune dinamiche sociali e culturali del mondo in cui i giovani crescono e prendono le loro decisioni, per proporne una lettura di fede» (Documento Preparatorio, Introduzione).

Il secondo capitolo, centrato su Fede – Discernimento - Vocazione, focalizza l’attenzione sui «passaggi fondamentali del processo di discernimento, che è lo strumento principale che la Chiesa si sente di offrire ai giovani per scoprire, alla luce della fede, la propria vocazione» (Documento Preparatorio, Introduzione).

Il terzo capitolo ha come titolo: L’azione pastorale. In esso «si mettono a tema gli snodi fondamentali di una pastorale giovanile vocazionale» (Documento Preparatorio, Introduzione), sottolineando i soggetti, i luoghi e gli strumenti dell’azione pastorale.

Al termine del Documento Preparatorio c’è un Questionario indirizzato alle Conferenze Episcopali e ad altri organismi aventi diritto con lo scopo di attivare la consultazione di tutte le componenti della Chiesa. La compilazione di questo Questionario non è una pura formalità, ma un autentico momento di ascolto e discernimento ecclesiale sui temi sinodali. Le risposte dovranno pervenire alla Segreteria del Sinodo entro la fine di questo mese. In base ad esse, ma con l’apporto anche di altro materiale di cui parlerò in seguito, la Segreteria del Sinodo lavorerà per elaborare – presumibilmente entro la prima metà del 2018 – l’Instrumentum laboris (lo Strumento di lavoro), che sarà offerto ai Padri sinodali come base della discussione e del confronto che si terrà nel mese di ottobre del 2018.

Immagino che anche voi, come molte altre persone con i quali ho dialogato in questo periodo, vi stiate chiedendo due cose, che sono in parte collegate. La prima è: a quali giovani intende rivolgersi il Sinodo? E la seconda: come intendere il discernimento vocazionale? Di quale ‘vocazione’ si sta parlando? Chiarisco allora immediatamente entrambe le questioni, per non trovarci poi fuori strada nell’approccio alla realtà che il tema sinodale vuole affrontare.

Innanzitutto il cammino preparatorio del Sinodo è rivolto a tutti i giovani del mondo, nessuno escluso. Si desidera coinvolgere non solo i cattolici e ai cristiani, ma anche gli appartenenti ad altre credenze o fedi religiose ed i non credenti. La portata è quindi di grande respiro, nella consapevolezza comunque delle specificità che caratterizzano i giovani nelle diverse aree geografiche della Terra. Perderemmo un’occasione favorevole se ci limitassimo solo ai giovani che partecipano attivamente alla vita ecclesiale o alle iniziative che promuoviamo. L’intenzione è quella di raggiungere tutti i giovani, o almeno il maggior numero possibile, nelle situazioni concrete della loro esistenza. I giovani non sono considerati tanto come ‘oggetto’ dell’attenzione del mondo degli adulti, quanto ‘soggetti’ nella costruzione della loro vita, di un mondo migliore e di una Chiesa che sia sempre più capace di creare ponti nella relazione tra Dio e ciascuna persona per favorirne l’incontro. Tre parole possono sintetizzare l’atteggiamento con cui intendiamo rapportarci ai giovani: ascolto, coinvolgimento e ‘protagonisti’.

Il termine ‘vocazione’ va inteso in senso ampio, a partire dalla vocazione alla vita e all’amore che accomuna tutti gli uomini. Ma, come si afferma nell’Introduzione del Documento Preparatorio, «la vocazione all’amore assume per ciascuno una forma concreta nella vita quotidiana attraverso una serie di scelte, che articolano stato di vita (matrimonio, ministero ordinato, vita consacrata, ecc.), professione, modalità di impegno sociale e politico, stile di vita, gestione del tempo e dei soldi, ecc.)». Non ci si limita quindi alla vocazione alla vita sacerdotale o religiosa. Il Sinodo vuole fornire un aiuto ai giovani  affinchè possano compiere in maniera libera, consapevole e responsabile le scelte fondamentali della vita, quelle che qualificano il  ‘progetto di vita’ di ogni persona, progetto che viene formandosi e maturandosi durante la giovinezza.

 

3) Iniziative della Segreteria Generale per la fase preparativa: l’ascolto dei giovani

Papa Francesco ha voluto che la presentazione del Documento Preparatorio fosse accompagnata da una Lettera che egli stesso ha indirizzato ai giovani, perché –come Egli stesso afferma – “vi porto nel cuore”. Dopo averli incoraggiati a non avere paura di ascoltare lo Spirito che suggerisce di compiere scelte audaci e di non indugiare quando la coscienza chiede “di rischiare per seguire il Maestro”, rivolgendosi direttamente a loro aggiunge che “pure la Chiesa desidera mettersi in ascolto della vostra voce, della vostra sensibilità, della vostra fede; perfino dei vostri dubbi e delle vostre critiche. Fate sentire il vostro grido, lasciatelo risuonare nelle comunità e fatelo giungere ai Pastori”. Questo caldo invito del Papa affinché i giovani possano esprimere ciò che hanno nel cuore ha attivato anche la Segreteria Generale a cercare modalità nuove affinché questo potesse avvenire nella maniera più ampia possibile, in modo che i Pastori conoscano sempre più pienamente ciò che i giovani pensano, sentono, desiderano.

Cinque sono le iniziative che si aggiungono a quelle solite, descritte prima, e che caratterizzano la fase preparatoria di questo Sinodo rispetto a quelli precedenti:

 

1) La prima iniziativa si è tenuta nel marzo scorso in collaborazione con il Pontificio Consiglio per i Laici, la Famiglia e la Vita, con il quale è stato organizzato l’Incontro dei Responsabili della Pastorale Giovanile di tutte le Conferenze Episcopali del mondo. In questo incontro abbiamo iniziato a raccogliere la voce dei giovani, i loro pensieri e le loro opinioni.

 

2) L’allestimento di un sito web (indirizzo: youth.synod2018.va) e la presenza in alcuni social network (nome di accesso: synod2018). I giovani potranno così ricevere informazioni sull’andamento del processo sinodale ed accedere a contenuti riguardanti il tema.

 

3) Il questionario online, a cui si può accedere dal sito e dai social network. Esso ha contenuti diversi rispetto a quello che è nel Documento Preparatorio e si rivolge direttamente ai giovani, affinché facciano conoscere le loro situazioni concrete di vita ed esprimano la loro opinione su alcune tematiche importanti riguardanti la Chiesa e la società.

 

4) Il Seminario internazionale sulla condizione giovanile nel mondo, tenutosi a metà del mese scorso. Ad esso hanno partecipato una cinquantina di Esperti provenienti da tutto il mondo e sono stati invitati una ventina di giovani, anch’essi provenienti dai cinque continenti. Le tematiche affrontate hanno riguardato i giovani in relazione alla loro ricerca di identità, al rapporto con gli altri, al mondo dello studio, del lavoro, della politica, del volontariato, della tecnologia e della religione.

 

5) La Riunione pre-sinodale, che si terrà nel prossimo mese di marzo a Roma. Ad essa saranno invitati giovani in rappresentanza delle Conferenze Episcopali, delle Chiese Orientali, della vita consacrata e di coloro che si preparano al sacerdozio, di Associazioni e Movimenti ecclesiali, di altre Chiese e comunità cristiane e di altre Religioni, del mondo della scuola, dell'università e della cultura, del lavoro, dello sport, delle arti, del volontariato e del mondo giovanile che si ritrova nelle estreme periferie esistenziali, nonché esperti, educatori e formatori impegnati nell'aiuto ai giovani per il discernimento delle loro scelte di vita. Essa, affiancandosi alle altre iniziative proposte, contribuirà ad arricchire ulteriormente la fase di consultazione dei giovani. Il frutto dei lavori di tale Riunione verrà offerto ai Padri sinodali, insieme ad altra documentazione di cui abbiamo parlato, per favorire la loro riflessione e il loro approfondimento.

 

4) L’ascolto dei giovani

            Attraverso le modalità e le iniziative che vi ho appena presentato, la Segreteria Generale del Sinodo si pone quindi in ascolto dei giovani. È questa una tappa importante, direi indispensabile, del cammino sinodale. Non solo i giovani hanno diritto di parola, ma il loro contributo è essenziale affinché le conclusioni a cui si giungerà nell’Assemblea Generale trovino reale corrispondenza nella realtà della Chiesa e della società. Altrimenti, si rischia di creare un bel castello in aria, che rimane però disabitato, perché i giovani non si riconoscono nella sua struttura e nel suo arredamento.

Per quanto riguarda la modalità di ascolto relativa ai due questionari, occorre dire che finora sono pervenute solo alcune risposte dalle Conferenze Episcopali e dagli altri organismi aventi diritto, per l’arrivo delle quali il termine di scadenza è il prossimo 31 ottobre, come ho già detto precedentemente. I risultati delle risposte al questionario online non sono ancora a nostra disposizione, perché rimarrà aperto fino al prossimo 30 novembre. Solo successivamente a questa data le risposte saranno complete e potranno quindi essere elaborate dal punto di vista statistico e contenutistico. Sappiamo, comunque, che fino ad ieri il sito allestito dalla Segreteria in occasione del Sinodo dedicato ai giovani ha avuto 297.768 contatti da tutto il mondo: veramente da tutto il mondo, dalla Nuova  Zelanda alla Nigeria, dal Venezuela al Giappone…!  Coloro che hanno aperto la pagina del questionario online sono 148.247. Le persone che hanno completato le risposte sono 65.106. In base alla possibilità che viene data alla fine del questionario, circa 3.000 giovani hanno inviato il loro indirizzo E-mail per rimanere in contatto ed essere informati sui risultati dell’inchiesta. Quasi tutti hanno voluto aggiungere alla comunicazione del loro indirizzo E-mail anche una qualche riflessione, un pensiero, un ringraziamento, una critica.

Desidero rendere partecipi anche voi, in qualche modo, di ciò che è emerso finora dal nostro ascolto ed invitarvi a sentire ciò che dicono i giovani, cosa ci comunicano, cosa desiderano farci sapere di sé. Lo farò in due modi.

Innanzitutto, vedremo un video che i giovani partecipanti al Seminario Internazionale di settembre hanno preparato durante lo svolgimento dei lavori per sintetizzare le loro riflessioni e le loro esperienze, oltre che per far conoscere le loro idee e alcune loro proposte.

In un secondo momento, vi dirò qualcosa di ciò che ci hanno comunicato finora i giovani che hanno inviato alla Segreteria del Sinodo i loro E-mail.

 

PROIEZIONE DEL VIDEO

            Passo ora a dare alcuni flashes su quanto si può ricavare dagli E-mail finora pervenuti alla Segreteria Generale del Sinodo. Ciò che i giovani dicono ci dà l’occasione non solo di conoscere meglio il loro mondo e le loro preoccupazioni, ma anche di comprendere quali sono le loro priorità, le loro richieste, le loro speranze. Inoltre, essi stessi ci lasciano intendere cosa incontra la loro stima ed è capace di motivarli ad agire. Infine, attraverso le loro parole, ci suggeriscono quali sono i mezzi e le modalità migliori per avvicinarsi a loro.

            Innanzitutto, posso tranquillamente affermare che il questionario online è stato accolto dai giovani in maniera decisamente favorevole. In generale valutano l’iniziativa ‘interessante’, ‘utile’, ‘bellissima’, ‘geniale’, ‘una meravigliosa opportunità’ (sono le parole che essi stessi utilizzano…). Giudicano le domande puntuali e specifiche (Franthely, USA) e molto pertinenti alla realtà giovanile. Philippe, dalla Francia, ritiene che i contenuti sono ben pensati. Carlos, un ragazzo che scrive in spagnolo, dice che per lui è stato un onore partecipare a questo progetto. Ed una ragazza (Constance) ci fa sapere, in francese, che per lei è stato un piacere rispondere al questionario, che aiuta a far crescere il ruolo dei giovani nella società. Gabriel dalla Normandia e Mathilde trovano molto valido questo modo di interagire con i giovani e ringraziano per aver dato loro la parola. Laure, da Parigi, ringrazia per il desiderio ‘di comunicare con me e con la mia generazione’. Ed Amalia, da Cuba, ritiene che questa è “una meravigliosa iniziativa di avvicinamento ai giovani”.

Colpisce il fatto che moltissimi (ma veramente tanti….) ringraziano per questa opportunità che è stata loro offerta, per il tempo che è stato loro dedicato (Rachele, italiana) e per gli sforzi compiuti (Michael, 18 anni, USA) al fine di realizzare un lavoro che giudicano ‘splendido’, ‘meraviglioso’, ‘necessario’, ‘che può dar luogo a nuove riflessioni’, ‘accurato e capace di analizzare le situazioni’. Valutano positivamente  l’uso della tecnologia ed il fatto che vengano raggiunti per mezzo del cellulare (Hernan). Un ragazzo (Pablo) dall’Argentina evidenzia comunque che la Chiesa deve rinnovarsi, modificando il suo rapporto con i mezzi tecnologici per poter evangelizzare e far conoscere il messaggio di salvezza.

Non manca certamente anche qualche voce critica. Blaise ritiene che il questionario è troppo lungo. Qualcuno evidenzia che la presentazione di ogni sezione appare pesante e che il questionario nel suo insieme dovrebbe essere quindi più animato e giovanile. Altri opinano che alcune tematiche siano state affrontate in maniera superficiale o non del tutto adeguata. Si riferiscono, per esempio,

* ai problemi legati all’uso eccessivo di alcool o al consumo di droghe;

* al rischio che corrono molti giovani di conformarsi eccessivamente all’opinione del gruppo dei pari, o comunque a quella del gruppo sociale prevalente, non sviluppando una reale autonomia personale;

* al ruolo della sessualità e dell’affettività nella vita dei giovani e del loro influsso al momento di compiere delle scelte significative per la loro vita;

* alle difficoltà che incontra la Chiesa nell’interagire con le nuove generazioni;

* all’insufficienza di approfondimento circa i rapporti con le altre religioni.

 

            L’apprezzamento per il questionario è comunque fortemente preponderante. Esso si manifesta a vari livelli e per svariati motivi. Valentina rileva che sono stati individuati i problemi che i giovani vivono e nota che nel mondo di oggi mancano punti di riferimento validi. Con dispiacere, aggiunge poi che i giovani hanno tante risorse, ma nessuno li sprona in maniera adeguata. Noelle evidenzia che attraverso questo mezzo, almeno idealmente, si è riusciti ad includere tutti, anche coloro che sono più lontani dagli ambienti ecclesiali. Molti evidenziano che è stata data finalmente ai giovani la possibilità di essere ascoltati e di essere inclusi nel cammino che la Chiesa sta compiendo. Maura (in inglese) è contenta perché ha potuto unire la sua voce a quella di tanti altri. Ed Aurora (in spagnolo) ringrazia perché la voce dei giovani viene tenuta in debito conto. Le fa eco Isidora (in portoghese), che si complimenta per l’iniziativa perché permette ai giovani di partecipare alle decisioni della Chiesa. Ed Harry aggiunge: “Mi sento davvero Chiesa nell’essere preso in considerazione in questa maniera”. Jesse, dal Canada, nel complimentarsi perché “queste sono le cose che i giovani hanno bisogno di ascoltare”, sottolinea che essi “non hanno bisogno di ascoltare infiniti dibattiti, persi in un mare di disinformazione sui mezzi sociali e convenzionali”.

            Uno dei meriti che viene riconosciuto al questionario è il fatto che offre spunti interessanti per conoscere meglio se stessi ed i propri obiettivi nella vita. Dice Clara (in portoghese): “Mi ha fatto pensare e riflettere”. E Priscille è entusiasta: “È stato appassionante riflettere a partire dalle vostre domande”. Konstanze, dalla Germania, ci comunica che “l’inchiesta mi ha aiutato a riflettere sulla mia propria fede e sul mio agire”.

Non sono pochi coloro che comunicano di aver iniziato a pregare per le più svariate intenzioni. Pregano:

* per tutti i giovani, in generale;

* per coloro che stanno organizzando il Sinodo;

* per la preparazione in se stessa;

* per tutti coloro che sono coinvolti nel cammino;

* per lo stesso svolgimento del Sinodo e per il momento dell’Assemblea di ottobre. Ramey,  in inglese, sottolinea che la Chiesa ha bisogno di preghiera. In base a ciò che dice, credo che intenda dire non solo che bisogna pregare per la Chiesa, ma anche e soprattutto che la Chiesa ha bisogno di pregare di più. Livia, in spagnolo, chiede di pregare per i giovani; ed aggiunge: ‘noi preghiamo per voi’.

            Trovo interessante che gli alunni e le alunne di due classi, una in Grecia e l’altra in Italia, abbiano deciso insieme di rispondere tutti al questionario. Molti hanno utilizzato questo strumento per i loro incontri di gruppo e ci hanno comunicato che sperano che il Sinodo possa aiutare davvero le comunità, i gruppi ed i singoli a guardare con fiducia alla vita, al futuro e al contributo della Chiesa per la loro esistenza. Inoltre, alcuni hanno apprezzato a tal punto l’iniziativa da voler coinvolgere anche gli amici e le amiche, alla quale l’hanno fatta conoscere. E, come dice Terezinha dal Portogallo, “non c’è niente di meglio di un giovane per evangelizzare altri giovani”.

            A conclusione di questa necessariamente rapida carrellata, mi permetto di citare un po’ più per esteso due testimonianze che ritengo particolarmente significative.

            La prima viene dalla Pennsylvania ed è di una ragazza di 18 anni: “Per favore, tenetemi informata sui risultati, perché io spero che vi sia qualcosa che possa darmi speranza. Sono cresciuta come una cattolica praticante, ma ho perso la mia fede in quanto sono stata privata di qualsiasi possibilità di istruzione. Appartengo alla classe media: troppo ricca per ricevere aiuti governativi, ma troppo povera per una reale possibilità di educazione come quella che permette l’Università. Anche se i miei voti sono stati ottimi, la mia erudizione non è un criterio sufficiente per continuare la scuola, perché io non rientro nella categoria di coloro che possono ricevere finanziamenti statali, sebbene abbia altri due fratelli che vanno a scuola. Io non ho più speranza, ma la vostra inchiesta ha mantenuto la promessa che QUALCUNO ascolterà la mia voce e sentirà tutti i giovani che stanno soffrendo. Per favore, aiutateci. Pregate per noi, per tutti coloro, cioè, che non riescono a trovare conforto nel vostro Dio. Noi siamo soli”.

            La seconda è l’esperienza di un giovane dal Nordeste del Brasile. Trovo che possa essere interessante per tutti coloro che sono educatori: “Una volta ho partecipato a un pomeriggio di spiritualità. Reputo fantastica quell’opportunità di riunirmi con altri giovani come me per momenti di riflessione, condivisione e deserto. Ma, prima di tutto, ritengo che la cosa più importante fu la presenza in mezzo a noi di alcuni religiosi come amici che ci ascoltavano, ci conoscevano e ci consigliavano. La nostra Chiesa è enorme, grazie a Dio, ma il numero ridotto di padri e religiosi e religiose non rendono possibile una loro presenza effettiva con i giovani. Inoltre, mi arrischio a dire che molte volte essi appaiono più come persone importanti e famose, quali per esempio i politici. Per questo è più difficile avere con loro una prossimità come quella di fratelli che si conoscono nel quotidiano”.