Apporti innovativi di «Querida Amazonia»

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Dopo le prime reazioni di pianto o di trionfo, è ora opportuno procedere a una lettura serena di Querida Amazonia, affinché le sue sfide e i suoi apporti specifici non passino inosservati e per ascoltare ciò che lo Spirito Santo vuole dire alla sua Chiesa.

Nessun cambio di asse

La forza profetica più grande di questo testo è il suo messaggio segnatamente sociale che completa la Laudato si’ e integra con forza la dimensione culturale e la dimensione ecologica. Esprime, per esempio, concetti forti come i seguenti: «La disparità di potere è enorme, i deboli non hanno risorse per difendersi, mentre il vincitore continua a prendersi tutto... poteri locali, con la scusa dello sviluppo, hanno partecipato ad alleanze allo scopo di distruggere la foresta ... impunemente e senza limiti» (Querida Amazonia, n. 13).

«La colonizzazione non si ferma, piuttosto in alcune zone si trasforma, si maschera e si nasconde, ma non perde la prepotenza contro la vita dei poveri e la fragilità dell’ambiente» (Ibid, n. 16).

Speriamo che le nostre questioni interne ecclesiastiche non soffochino questa voce profetica diretta soprattutto ai politici e agli imprenditori, una voce tanto legata ai recenti eventi che hanno destato preoccupazione in tutti. Se ciò accadesse, si mostrerebbe ancora una volta una nostra difficoltà a dialogare con il mondo, cosa che invece riesce tanto bene a Papa Francesco. Così, mentre tante persone dotate di sensibilità sociale potrebbero ringraziare il Papa per questo apporto, noi cattolici c’intratteniamo a discutere su questioni interne.

Un nuovo passo nella sinodalità

Il documento di Francesco mostra la preoccupazione d’includere non solo le voci che si sono espresse nel Sinodo, ma anche quelle che si sono fatte sentire fuori, in diversi modi. Di fatto, in Querida Amazonia sono citati scrittori latinoamericani famosi come Pablo Neruda, Vinícius de Moraes, Mario Vargas Llosa e Thiago de Melo, ma sono riportati anche versi di poeti popolari meno noti dei diversi paesi dell’Amazzonia. Questa novità conferisce al testo un’inusuale bellezza. Vi trovano inoltre posto riflessioni e preoccupazioni di operatori sociali e ricercatori locali, come pure di diversi episcopati, il che fa di questo testo un testo sinodale.

Qualcuno ha sostenuto che Francesco ha “chiuso le porte” alla possibilità di ordinare alcuni uomini sposati, oltre a escludere altre proposte del sinodo. La verità è che Francesco su questo tema non ha chiuso né aperto porte, ha solo evitato di procedere con soluzioni affrettate. Non bisogna dimenticare che nell’introduzione della sua esortazione scrive: «Non svilupperò qui tutte le questioni abbondantemente esposte nel Documento conclusivo» (n. 2). Allora, se in Querida Amazonia non menziona un punto non è perché esclude un suo ulteriore sviluppo, ma perché è evidente che non ha voluto ripetere il Documento conclusivo, al punto da aver evitato di citarlo. Francesco dice chiaramente: «Non intendo né sostituirlo né ripeterlo» (n. 2). Se non lo sostituisce, non lo nega.

Che non vuole sostituirlo è talmente chiaro che l’unica cosa che fa è «presentar[lo] ufficialmente». Pur non trattandosi di un’approvazione di tipo canonico che attribuisce al documento sinodale un carattere magisteriale speciale, tuttavia gli conferisce una forza particolare visto che il Papa chiede a tutti i vescovi e agli agenti di pastorale in Amazzonia d’impegnarsi «nella sua applicazione» (n. 4). Il documento quindi deve essere applicato. Si tratta della sua ricezione, e il termine “applicazione” induce a pensare a una ricezione creativa ed efficace.

Ovviamente per alcuni dei temi proposti questa applicazione sarà più semplice, mentre per altri sarà molto più lenta e complessa, o dovrà seguire i canali adeguati, ma questo nuovo procedimento, che consiste nel redigere un’esortazione “complementare” al documento conclusivo del Sinodo, è una grandissima novità.

Per un rinnovamento ecclesiale con laici dotati di autorità

In ogni caso, il sogno ecclesiale che esprime Francesco dà nuovo impulso al rinnovamento della Chiesa. Particolare forza ha il suo appello a creare una Chiesa amazzonica «marcatamente laicale» (n. 94). Per questo Francesco esige che i laici siano «dotati di autorità» (n. 94). Il che comporta di rivedere un modo d’intendere il sacerdozio che lo relaziona troppo con il potere che ha nella comunità. Francesco ne parla esplicitamente nei punti 87 e 88. Francesco precisa che, quando si dice che il sacerdote è segno di Cristo Capo, si deve intendere di Cristo come fonte della grazia, specialmente nell’Eucaristia, non come fonte di potere. Perciò la guida delle comunità può essere affidata a leader laici dotati di autorità che possano dar vita a una Chiesa più partecipativa.

Ad ogni modo, per garantire la celebrazione eucaristica si potrebbe pensare a un sacerdote itinerante, ma è fondamentale che i laici in Amazzonia sviluppino maggiormente gli atteggiamenti e le capacità necessari a organizzare e a gestire creativamente le comunità amazzoniche (n. 89). Non si può ignorare che i gruppi evangelici dispongono di un gran numero di laici dotati di autorità (pastori), capaci di penetrare capillarmente l’Amazzonia, mentre noi pensiamo che con qualche sacerdote sposato risolveremo gli enormi bisogni che c’interpellano.

Il lungo e ricco discernimento verso un rito amazzonico

Un altro aspetto centrale del documento è il forte accento che pone sull’inculturazione, il che implica anche una maggiore libertà e una maggiore audacia negli attori locali. Ciò si esprime in ambiti molto diversi, anche nella Liturgia. Per questo Francesco ci chiede di evitare di essere troppo duri con i riti e le manifestazioni indigene e di non accusarli subito di paganesimo o di idolatria (cfr. n. 79).

Si apre qui uno spazio per una possibile elaborazione di un «rito amazzonico», menzionato da Francesco nella nota 120. È un punto sul quale il Sinodo ha accolto la sfida proposta dal Papa di uscire dalla polemica sui “viri probati” dall’alto, puntando a un approccio più ampio che possa eventualmente includere anche questo tema. Nel pensiero di Francesco, una sintesi superiore non nega le preoccupazioni oggetto di controversia ma le affronta in modo diverso. Tutto si risolve su un piano superiore «che conserva in sé le preziose potenzialità delle polarità in contrasto» (Evangelii gaudium, n. 228; cfr. Querida Amazonia, n. 104). Questo piano superiore, nelle discussioni del Sinodo, si è configurato poco a poco come la possibilità di elaborare un “rito amazzonico” che di fatto sarebbe l’ambito appropriato per discernere meglio l’eventualità di ordinare alcuni “viri probati”.

Ma evidentemente questo presuppone un lungo processo, gruppi di studio, procedimenti adeguati. Un nuovo rito richiede un lento, lungo e ricco cammino di discernimento. Perché discernere un tema così importante con serietà, con fedeltà allo Spirito e con atteggiamento di comunione, è qualcosa che non si può affrettare per ansia o per pressioni. Ancora una volta «il tempo è superiore allo spazio».

Se sappiamo leggere senza pregiudizi Querida Amazonia, possiamo trovarvi molti stimoli nuovi per il rinnovamento ecclesiastico. Sarebbe un peccato se perdessimo questa opportunità e questa sfida per concentrarci, da una parte o dall’altra, su un punto troppo particolare e limitato.

di Victor Manuel Fernández
Arcivescovo di La Plata