L'Amazzonia in Bolivia
La Bolivia, che ottiene l'indipendenza nel 1825, si estende per 1.098.581 Km2 ed è divisa in 9 dipartimenti (Chuquisaca, Cochabamba, Tarija, La Paz, Santa Cruz, Potosí, Oruro, Pando e Beni). La popolazione attuale conta 10.027.254 abitanti (Censo del 2012). Le lingue riconosciute dalla Costituzione appartengono a 36 diverse nazionalità e a popoli indigeni autoctoni. Il paese riconosce il suo carattere di stato plurinazionale e interculturale.
Le attività legate all'estrazione delle risorse del sottosuolo, idrocarburi e minerali, l'agricoltura e la pastorizia e lo sfruttamento delle materie prime, soprattutto legno, rappresentato le maggiori fonti di entrate per lo stato.
L'Amazzonia boliviana occupa il 43% del territorio nazionale, se si considera il bioma che coincide con l'estensione della foresta. Abbraccia i dipartimenti di Pando, Beni, Cochabamba, Santa Cruz e La Paz, comprendendo 88 province. Inoltre, secondo le informazioni fornite dalle sei giurisdizioni ecclesiastiche dell'Amazzonia boliviana, si sa che nel territorio abitano 1.266.379 abitanti, divisi in indigeni, contadini, coloni, e di discendenza africana.
Attualmente nel territorio dell'Amazzonia boliviana convivono un totale di 29 popoli indigeni: Aronas, Ayoreos, Baures, Cavineños, Cayubabas, Canichanas, Chacobos, Chiquitanos, Ese Ejjas, Guarayos, Guarasugwes, Itonamas, Joaquinianos, Lecos, Machineris, Maropas,Moré, Mosetenes, Movimas, Moxeños, Nahuas, Pacahuaras, Sirionós, Tacanas, Toromonas, Tsimane, Yaminahuas, Yukis e Yuracares, senza contare gli afro-boliviani. Vivono principalmente di caccia, pesca, raccolta e di piccole colture. Coltivano banane, yuca, verdure, riso e mais, destinati soprattutto alla sussistenza della famiglia.
Le principali vie di comunicazione che collegano i territori delle popolazioni indigene partono da Trinidad e raggiungono le popolazioni intermedie: Trinidad - La Paz ad est, Trinidad - Cobija a nord, Riberalta - Guayaramerín, Trinidad - Santa Cruz a sud. Le popolazioni indigene e le comunità non sempre possono essere collegate tra loro mediante strade locali, percorribili solo durante la stagione secca. Le uniche vie di comunicazione sicure sono i fiumi (Mamoré, Beni, Madre de Dios tra gli altri).
Così come L'Amazzonia rappresenta un enorme spazio pieno di vita, è al contempo teatro di dispute permanenti per lo sfruttamento dei beni e delle risorse che contiene. Le attività che maggiormente contribuiscono al suo impoverimento sono lo sfruttamento irrazionale delle risorse naturali, volte a soddisfare la crescente domanda esterna di materie prime. Il disboscamento, l'incendio delle colture, l'avanzamento della frontiera agricola, la costruzione di nuove strade e gli insediamenti illegali nei parchi, nelle riserve e nei territori indigeni, acuiscono gli effetti negativi causati dai cambiamenti climatici.
Nonostante la costituzione garantisca i diritti dei popoli indigeni e protegga le risorse naturali, in pratica tali diritti vengono sistematicamente violati. Negli ultimi anni si sono promulgate norme e procedimenti che hanno dato il via libera alla costruzione di mega opere, e che hanno permesso l'esplorazione dei territori e l'estrazione degli idrocarburi e dei minerali. Tutte queste attività contaminano il suolo e le acque dei fiumi delle zone nelle quali tradizionalmente gli indigeni raccolgono i frutti della terra e pescano.
La Red Eclesial Pan Amazónica, REPAM, promossa dai vescovi della Chiesa Cattolica latinoamericana, è formata dai nove paesi che fanno parte del bioma amazzonico, e sono: Bolivia, Brasile, Colombia, Ecuador, Guyana, Guyana Francese, Perù, Suriname e Venezuela. La REPAM Bolivia, ha nove giurisdizioni ecclesiastiche: le diocesi di Coroico e San Ignacio de Velasco, i vicariati di Pando, Beni, Ñuflo de Chávez e Reyes, la prelatura di Aiquile, le arcidiocesi di Cochabamba e Santa Cruz. Per i dipartimenti di La Paz, Santa Cruz, Beni e Pando, ogni giurisdizione ha un delegato nominato dal vescovo.
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Il testo qui presentato ha finalità strettamente informative.